Com’è bello e poetico pensare che ogni parte del mondo, in ogni città e tempo, in guerra e in pace, ci sia sempre qualcuno che legge.
Il nuovo libro del fotografo statunitense Steve McCurry rende omaggio alla lettura con una raccolta di scatti da oltre trent’anni di viaggi. Si intitola Leggere e in Italia è edito da Electa. Un tributo alla parola scritta, con introduzione di Paul Theroux.
Steve McCurry non ha bisogno di presentazioni. Ha viaggiato a lungo e pubblicato diversi libri con le sue fotografie. E’ famoso soprattutto per il ritratto di una giovane ragazza afgana dallo sguardo intenso. L’idea di questo portfolio sulla lettura nasce da un’aforisma di Victor Hugo: “Imparare a leggere è come accendere un fuoco; ogni sillaba scandita è una scintilla”.
Le foto di McCurry parlano dunque dei libri come compagni di viaggio, strumenti di apprendimento unici nel corso dell’esistenza, ad ogni età e in ogni latitudine. Sì, perché siamo fatti, in parte, dei libri che abbiamo letto. Di quelli che ci hanno fatto dannare a scuola, di quelli che ci hanno tenuto compagnia nei momenti difficili. Di quelli che abbiamo amato, riletto, regalato. Di quelli che abbiamo dimenticato ma che ci hanno lasciato un’impressione profonda.
Steve McCurry con questa raccolta rende omaggio anche ad un altro fotografo, l’ungherese André Kertész, anch’egli affascinato dal mondo dei lettori. Anche Kertész, come McCurry, viaggiò per il mondo e fotografò molto, sempre però prestando particolare attenzione alle persone che leggono. Nei suoi scatti in bianco e nero si osservano giovani, adulti, uomini, donne, intenti a leggere, di preferenza all’aperto, per la strada.
Nelle fotografie di Steve McCurry dedicate alla lettura c’è un uomo con un turbante in un mercato che legge, un tassista indiano appoggiato al suo veicolo che legge, una ragazza in una stanza forse d’albergo che legge, una donna in una biblioteca dalle pareti tappezzate di libri, che, di nuovo, legge. Migliaia di chilometri li separano, tutti sono immersi nella stessa attività. Non conta la cultura, la religione, la posizione geografica, in ogni dove l’uomo ha sempre avuto un debole per le storie.
Siamo i libri che leggiamo, dunque. Daniel Pennac disse che un libro ben scelto salva da qualsiasi cosa, perfino da sè stessi. Per Virginia Woolf la felicità è poter leggere senza interruzioni. Sempre Daniel Pennac, un po’ per scherzo e un po’ sul serio, un giorno stese i dieci diritti del lettore. Quello di non leggere, di saltare le pagine, di non finire il libro. Di rileggere, di leggere qualsiasi cosa. Forse quello più bello tra i dieci è il settimo, il diritto di leggere ovunque. Che sia in casa, in libreria o per la strada, come raccontano queste foto di McCurry. Perchè, come si usa dire, chi non legge vive una sola vita. Chi legge vive milioni di vite.
Foto Steve McCurry