Forse pochi sapevano (almeno fino a ieri, quando ha riempito nuovamente i giornali) che Marta Marzotto si chiamava alla nascita Marta Vacondio. E pochissimi sapranno come non fosse nata contessa. Nacque infatti nel lontano 1931 da un casellante delle ferrovie e da una mondina a Mortara e cominciò a lavorare fin da giovanissima come modella. Fu proprio grazie al proprio lavoro che incontrò l’uomo che le cambiò la vita: il conte Umberto Marzotto, uno degli eredi della dinastia industriale tessile di Vicenza.
Addio a Marta Marzotto, la “ragazza imprecisabile”
In un’intervista disse che “Umberto arrivò come l’angelo salvatore: aveva tutto quello che una ragazza può sognare, biondo, occhi azzurri, intelligente, colto, sportivo. Un nobile. E correva in auto. Ero sinceramente innamorata“. Dal matrimonio con il conte Marzotto nacquero cinque figli: Paola, Annalisa (nata nel 1957 e scomparsa nel 1989 per fibrosi cistica), Vittorio, Diamante e quel Matteo Marzotto ancora oggi tra i protagonisti nel mondo della moda italiana.
Di lei si parlò molto per il suo anticonformismo e per i suoi grandi amori al di fuori del matrimonio, in particolare quelli per il pittore Renato Guttuso e per il saggista Lucio Magri, che non nascose mai. “Nella mia infedeltà ero fedelissima, sono stata un’ottima moglie”, disse in una intervista. Si separò dal marito solo negli anni Novanta e comunque mantenne il suo cognome con il quale tutti la conoscevano.
Secondo Il Messaggero è stata “una Cenerentola moderna”, mentre lei stessa si è sempre definita “una donna libera”, amante dei salotti e della mondanità, dei gioielli e degli abiti. Un’icona in qualche modo dell’Italia dagli anni Sessanta fino ai giorni nostri.
Marta Marzotto: un’icona di stile, ma anche un’anticonformista
Marta Marzotto è scomparsa in una clinica a Milano venerdì ed i suoi funerali si terranno lunedì 1 agosto sempre a Milano. Se ne è andata quella che qualcuno descrisse come “la ragazza imprecisabile” e che Candida Morvillo, dalla pagina di Corriere.it, ha descritto come “un’anticonformista che sognava le favole”.
Ciao Marta….
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