Odiavo farmi fotografare. Anche ora non mi entusiasma. Fin da quando avevo pochi anni, di fronte alla chiamata di mio padre “Facciamo una foto tutti insieme?”, io scappavo. Dalle pochissime immagini di bambina, scattate a gruppi familiari o di amici, non sorrido quasi mai. Il più delle volte ho un’espressione imbronciata o annoiata. In questo progetto, dal titolo “Escape Time” (Tempo di fuga), racconto la mia avversione verso la macchina fotografica, vista dalla parte del soggetto ripreso, attraverso l’utilizzo di vecchie fotografie di gruppo, acquistate in un mercatino vintage.
I hated being photographed. Even now I don’t like it. Ever since I was a few years old, when faced with my father’s call “Shall we all take a picture together?”, I would run away. From the very few pictures of me as a child, taken with family or friends, I hardly ever smile. friends, I almost never smile. Most of the time I have a sulky or sullen or bored expression. In this project, entitled ‘Escape Time’, I recount my aversion to the camera, seen from the side of the subject, through the use of old group photographs purchased at a vintage flea market.
In una cultura dell’immagine afflitta da un eccesso di rumore visivo, il ritorno alla ricerca di concetti essenziali e al bisogno di emozioni inattese spinge generazioni di giovani fotografi, artisti e designer ad intraprendere vie spesso imprevedibili. GlamourAffair Vision sposta la sua “visione” e la ricerca verso questi orizzonti indefiniti.
In a culture of image afflicted by an excess of visual noise, the return to the search for essential concepts and the need for unexpected emotions pushes generations of young photographers, artists and designers to undertake often unpredictable ways. GlamourAffair Vision shifts his “vision” and the search towards these indefinite horizons.
Ringraziamo sinceramente tutte le persone che collaborano con GlamourAffair
We sincerely thank all the people who collaborate with GlamourAffair