Quando i social networks invadono la sfera privata.
Essere presenti sui social è il primo “passo” per far sapere i fatti nostri agli altri, sia che siamo personaggi pubblici oppure no. Per quanto possiamo restringere le visualizzazioni di alcuni post limitando l’accesso alla nostra vita virtuale a “pochi intimi”, una volta che un’informazione o un’immagine entrano nell’etere della rete c’è poco da fare: quel post per vie dirette o traverse si sparge in modo più o meno capillare.
Così succede che chi vede ciò che ti riguarda, si sente in diritto di giudicarti e giudicare la tua vita e spesso non è solo del sano gossip, ma cattiveria che sovente scaturisce dall’invidia.
Caso recente di becero chiacchiericcio è di sicuro la lovestory tra la fashion blogger Chiara Ferragni e il rapper Fedez. Cosa c’è di strano che due persone apparentemente così diverse tra loro provino in realtà un amore sincero? E se tra qualche mese si lasceranno poco importa, vuol dire che qualcosa non è andato, ma ogni relazione che nasce tra personaggi noti non dev’essere sempre necessariamente una trovata pubblicitaria.
Oppure basta che due si incontrino la sera in un bar e subito scattano titoli sui giornali di gossip del tipo: “Tradimento”, “Nuova fiamma” e così via… che il problema di per sé non è il titolo sul giornale, ma scompigli che rischia di creare, soprattutto nel caso in cui la notizia sia montata.
Vorrei, ma non posto… che forse è meglio.
E’ quasi normale che molti di noi utilizzino i social networks per sfogarsi, esprimere disappunto, gioie e dolori. Insomma sono una sorta di diario personale virtuale alla mercé dei più.
Il problema è quando uno status, un tweet o una foto vengono mal interpretati e si utilizzano come pretesto per lavare i panni sporchi in pubblico o accusare ingiustamente qualcuno.
E’ davvero tutto così necessario? Non si può più semplicemente risolvere le incomprensioni privatamente, per messaggio, per telefono o meglio ancora davanti ad un caffè? no, forse è meglio una camomilla, che, se la situazione dovesse degenerare, il caffè potrebbe creare reazioni poco controllate.
Ok, se si decide di entrare a far parte dei social bisogna anche accettare un po’ il gioco e subire (ma non troppo) le conseguenze, ma non è neanche corretto tacere se si viene attaccati o ingiustamente offesi.
Come tutte le cose anche i social networks hanno l’altra faccia della medaglia, ma tutto questo accanimento, questa invidia, crudeltà e serie di bugie che si generano sono davvero necessarie? Non sono forse un po’ (troppo, eh si, questa volta ci sta) ingiuste?
Si sta diffondendo sempre più il “gruppo degli haters“: persone che probabilmente passano giorni a cercare post sui social da avvelenare con commenti spesso aggressivi, violenti, maleducati e contrari a priori, mostrando un costante atteggiamento di disprezzo, invidia e provocazione verso personaggi più o meno noti e anche persone comuni. Di esempi se ne potrebbero fare davvero tanti.
Possibile che il web debba mostrare solo questo? Possibile che sui social prevalgano spesso e volentieri l’invidia e la cattiveria?
Credo che il mio punto di vista in questa situazione sia chiaro e che i santi stanno solo in paradiso, né sulla terra e né sui social, ma sicuramente se il diavolo sta all’inferno, le arpie sono anche sulla terra!