Pull a pig: quando ignoranza e crudeltà non hanno limiti.
La bellezza è sicuramente qualcosa di oggettivo, viviamo in un’epoca dove l’estetica spesso conta più dei sentimenti.
Purtroppo ci si dimentica spesso che dentro ad un corpo si nasconde anche un’anima, spesso si tratta di un’anima che ha semplicemente bisogno di amore, conforto, amicizia, approvazione, perché non tutte le anime sono forti, ci sono anime fragili. Come ci sono anche “uomini”, se così possiamo chiamarli, che un’anima non ce l’hanno e si sentono “fighi” nel comportarsi come degli omuncoli, ma in realtà sono persone piccolissime.
Il mondo dei social e il web in generale danno la possibilità di connettersi con una moltitudine di persone e di rimanere aggiornati su tutto, ma dall’altra hanno anche la facoltà di far dilagare ignoranza e crudeltà.
Il Cyber bullismo ormai è sempre più diffuso e così anche “nuovi giochi crudeli” rimbalzano da una parte all’altra del mondo e si diffondono, quasi come fossero degli atti eroici, ma di eroico non hanno proprio nulla, celano solamente immaturità e ignoranza.
Si chiama “Pull a pig” il nuovo gioco crudele che sta spopolando in rete e che per fortuna non ha ancora avuto vittime in Italia. “Pull a pig”, letteralmente “ingannare il maiale”, fa già chiaramente capire lo scopo meschino di questo nuovo gioco.
La storia di Sophie Stevenson.
Sophie Stevenson, inglese di 24 anni, si trovava a Barcellona con le sue amiche in un bar dove ha conosciuto un ragazzo olandese, Jesse Mateman, di 24 anni. Era il 17 agosto, proprio il giorno dell’attentato a Barcellona… e forse le circostanze tragiche di quella giornata, il bisogno di sentirsi amati, la felicità nell’essere scampati a quella tragedia ha portato i due ragazzi ad avvicinarsi.
Può sembrare l’inizio di una storia romantica, ma purtroppo è l’inizio di un gioco di pessimo gusto.
I due ragazzi si scambiano messaggini d’amore, parole dolci e lei, Sophie, come tutte le ragazze che sperano sempre di trovare il grande amore, ci crede, si fida di lui e se ne innamora, fino a decidere di fare una pazzia: decide di rincontrarsi con il “suo” Jesse.
Arrivata a destinazione, Sophie purtroppo scoprirà che tutto questo era uno scherzo, che era stata ingannata, che Jesse aveva solo deciso di prendersi gioco di lei e farsi “uomo” davanti ai suoi amici. Una volta arrivata in hotel la ragazza riceve un messaggio con scritto “You’ve been pigged”.
Quel messaggio era la conferma che Jesse si era preso gioco di lei, le aveva fatto credere di essersi innamorato.
Sophie dopo quel messaggio si rese conto che lo scherzo era reale e che era stata scelta perchè “brutta e grassa”.
Quando ci si prende diritti che non abbiamo.
Quale diritto ha una persona di decidere quanto vale un’altra? Quale diritto un umano può ledere la sensibilità di un altro umano?
Chi decide che meritiamo di essere umiliate perché non abbastanza belle, intelligenti, magre o semplicemente perché non siamo abbastanza? Purtroppo questo nuovo gioco maledetto è diretto a denigrare donne e ragazze grasse.
Non sono comunque persone con la loro sensibilità seppur con dei chilogrammi di troppo?
E’ triste l’idea che qualcuno possa pensare di esser migliore di un altro e si senta in diritto di distruggere la sensibilità altrui.
Forse dovremmo tutti preoccuparci più delle nostre anime che dei nostri corpi.
1 commento
Ciao!
Due annotazioni: da donna ormai non più giovanissima e grassa, ti dico che anche se questo gioco si sta diffondendo, i bastardi sono sempre esistiti, purtroppo. La sfiga è che non tutte hanno poi il coraggio di girare la situazione a proprio favore, ridicolizzando il disgraziato. Dovremmo imparare ad amarci di più.
La seconda è di carattere squisitamente tecnico: se scrivi “non sono anche… seppure con…”, automaticamente leghi la sensibilità e l’essere comunque persona al fatto di essere grassa. Non siamo “anche” noi persone, “seppure” con kg di troppo. Siamo persone, punto. Deboli o forti, sensibili, intelligenti o stupide, realizzate o sfortunate, in carriera o in cerca, single o mangia uomini, felici, a volte tristi, amanti delle cose belle. Sono quelli che si comportano così che non sono persone. Senza se e senza ma.
Grazie comunque per l’articolo. È bullismo e occorre parlarne perché queste cose accadano sempre meno. È il silenzio uno dei peggiori alleati di questi “real pigs”, questi si.